L'abbiamo più volte sottolineato in questo forum: per una comunicazione efficace è necessario parlare la stessa lingua del nostro interlocutore.
E per "stessa lingua" intendiamo diversi livelli di comunicazione.
Ma ora arriva uno studio che si focalizza principalmente sull'accento del nostro interlocutore e sulla percezione inconscia di chi lo ascolta.

Parlare con un accento straniero mina la credibilità di una persona a livello inconscio, senza cioè che l’ascoltatore se ne renda conto: cioè in altre parole l’idea che una persona parli con difficoltà fa automaticamente dubitare al nostro cervello che quello che sta dicendo sia vero. Lo rivela uno studio pubblicato dal Journal of Experimental Social Psychology.

I ricercatori dell’University of Chicago coordinati da Shiri Lev-Ari hanno fatto registrare delle frasi di cultura generale (simili a quelle contenute in giochi da tavola come Trivial Pursuit) a speaker di lingua inglese e stranieri e poi hanno fatto votare la ‘credibilità’ dei concetti asseriti nelle frasi a un campione eterogeneo.

Nonostante il campione fosse stato avvertito che le frasi erano state recitate e non rappresentavano la reale opinione degli speaker, i partecipanti all’esperimento hanno dato un voto di credibilità medio di 7,5 agli speaker di lingua madre inglese, e solo 6,84 agli speaker con accento straniero. Nel caso l’accento esotico fosse appena accennato, il voto medio saliva a 6,95.

"I risultati di questo studio hanno importanti implicazioni", commenta Boaz Keysar, professore di Psicologia all’University of Chicago, "in un mondo in cui decine di milioni di persone emigrate usano ogni giorno per vivere e lavorare un linguaggio che non è il loro".

Fonte: Lev-Ari et al. Why don't we believe non-native speakers? The influence of accent on credibility. Journal of Experimental Social Psychology 2010; DOI: 10.1016/j.jesp.2010.05.025.