I complessi sensomotori (vita, udito, tatto, gusto, olfatto) vengono chiamati dalla
PNL “
sistemi rappresentazionali”.
Per avere delle informazioni dettagliate su di essi vi consiglio di leggere il post sul
sistema VAK.
In questo caso andiamo ad affrontare un altro aspetto:
la forma del sistema rappresentazionale e la sua influenza sul nostro comportamento.
Ogni sistema rappresentazionale, infatti, ha una forma strutturata in una
rete tripartita:
1 –
input;
2 –
rappresentazione/elaborazione;
3 –
output.
Vediamoli nel dettaglio.
1. L’
input è la fase della raccolta delle informazioni e la ricezione di feedback da parte dell’ambiente, sia esterno che interno.
2. La fase della
rappresentazione/elaborazione comprende la costruzione della mappa dell’ambiente e l’instaurazione delle strategie comportamentali come, ad esempio, la presa di decisioni, l’apprendimento.
3. L’
output è la fase in cui avviene la trasformazione causale del processo di rilevamento rappresentazionale.
Oltre che nelle prime due fasi, anche nell’output rientra il “comportamento”. La terza fase comprende infatti sia i microcomportamenti (cambio del tono di voce, modificazioni della respirazione, movimenti laterali degli occhi) che i macrocomportamenti (ad esempio il calciare una palla, afferrare un oggetto, litigare con il proprio interlocutore).
I sistemi rappresentazionali formano gli elementi strutturali dei modelli umani di comportamento.
I nostri comportamenti sono costituiti da tutti i contenuti esperienziali scaturiti dai canali sensoriali.
Le mappe che usiamo per la guida del nostro comportamento sono elaborate dal riordinamento della nostra esperienza in
sequenze di schemi (o “frasi comportamentali”).
Questo significa che ogni individuo, vivendo la propria vita e filtrandola attraverso i
sistemi rappresentazionali, genererà una specifica sequenza di comportamento.
Gli schemi formali di queste sequenze vengono definite dalla
PNL “
strategie”.
Il modo in cui ordiniamo in sequenza le rappresentazioni attraverso le nostre strategie determinerà la
significazione che una particolare rappresentazione avrà nel nostro comportamento, esattamente come l’ordine delle parole in una frase determina il significato dei singoli vocaboli.
In sé una specifica rappresentazione è relativamente priva di significato. Quello che è importante è come essa opera entro il contesto di una strategia nel comportamento dell’individuo.
Facciamo un esempio di quanto detto sopra.
Leggete questa frase.
“Ieri sono stata al parco con il mio bambino. Era una bella domenica di sole e ne abbiamo approfittato. Mentre il mio bambino andava in altalena ho conosciuto una signora con un elegante vestito rosso. Abbiamo parlato per un po’ di tempo e poi ci siamo scambiate i rispettivi numeri di telefono.”Nel leggere questa frase/racconto ognuno di noi utilizzerà una
specifica strategia per interpretare i caratteri tipografici utilizzati ed estrarne un significato a proprio uso.
Di per sé la successione delle lettere stampate sopra sono prive di senso al di fuori delle esperienze sensoriali della nostra storia personale che applichiamo ad esse.
Ad ogni parola, letta o ascoltata, colleghiamo una nostra esperienza sensoriale.
Quindi, qualcuno di noi potrebbe aver letto e ascoltato la propria voce interna che trasformava in suono le parole scritte. Potrebbe aver creato contemporaneamente delle immagini mentali. Magari visualizzando il verde del parco, la luminosità della giornata, oppure il colore dell’altalena, ciò che circondava il parco, il vestito della signora.
Probabilmente la visualizzazione è riuscita perché sono state collegate a quelle parole delle esperienze sensoriali già vissute. Magari a leggere era una mamma che diverse volte è stata al parco con il proprio figlio. Ed avrà visualizzato il parco che lei frequenta non esattamente quello in cui sono stata io.
La signora con il vestito elegante avrà anche un volto preciso se nella nostra esperienza abbiamo avuto modo di conoscere una persona che indossava un vestito simile.
Da un punto di vista
auditivo, in questa lettura, è possibile “sentire la propria voce” o sentire la voce dei protagonisti, o anche quella di tanti bambini che corrono felici nel parco e si divertono.
A livello
cinestesico possiamo provare sulla nostra pelle il calore del sole, l’odore dell’erba ed avere sensazioni legate a queste immagini e parole.
Ma non è detto che siano sensazioni (o anche visioni, suoni) positive. Ognuno ricostruisce e filtra in base al proprio vissuto. Magari qualcuno legge il racconto e gli viene in mente una brutto ricordo di un parco o di una conoscenza di una signora simile a quella del vestito elegante.
Ritornando quindi alla rete tripartita del sistema rappresentazionale, sulla base del racconto scritto, questo è quello che avviene:
1. Ricevo tutti i feedback dalla lettura e dal mio dialogo interno;
2. elaboro, rielaboro e mi rappresento la mia mappa dell’ambiente e stabilisco quali sono le mie strategie comportamentali (ad esempio se utilizzo in prevalenza il canale uditivo,
visivo o
cinestesico);
3. la costruzioni mentale interna si trasforma in comportamento e rispecchierà esattamente la strategia utilizzata. Ad esempio, se la mia strategia è stata incentrata sul canale
auditivo ad esso corrisponderanno i movimenti orizzontali (a destra o sinistra) e/o in basso a sinistra dei miei occhi; a livello
cinestesico i movimenti oculari scenderanno verso il basso (a destra) ed avrò modificazioni del respiro concentrate nel ventre (quindi in basso) e/o alterazioni del colorito della pelle, sudorazione, ecc. A livello
visivo i miei movimenti oculari saranno diretti verso l’alto, la mia respirazione concentrata nella parte superiore del torace.
In pratica, nel leggere una frase, ascoltarla o nell’osservare un comportamento succede che trasformiamo l’input ricevuto in immagini interne, suoni, sensazioni, odori o sapori e andiamo a costruire una strategia per estrarre il significato.
Chi mi osserva, ed è a conoscenza di queste tematiche, saprà ricostruire esattamente il processo interno, l’elaborazione, la strategia che ho utilizzato, il significato che ho attribuito a quell’input. Ed è anche un ottimo modo per analizzare se stessi e capire di più sui comportamenti utilizzati.