In un momento di pausa lavorativa apro la mia pagina di facebook. Una mia amica scrive il suo pensiero...

"Non sapremo mai a quali meraviglie rinunciamo per la paura di perdere quello che attualmente crediamo di possedere".
Probabilmente è una citazione di un personaggio o forse è una sua frase...
Ne sono rimasta subito colpita perchè queste parole ti entrano dentro e ti spingono a riflettere, sotto tanti punti di vista.

Mi viene in mente la nostra zona comfort, quella zona che racchiude le nostre abitudini, il nostro modo di essere, i comportamenti consolidati nel tempo, gli schemi di pensiero, le convinzioni.

Vi è mai capitato di rimanere "bloccati" in questa zona ed aver, per esempio, rifiutato una nuova impresa, un nuovo lavoro, un nuovo modo di comportarsi, la possibilità di un approccio diverso alle persone ed alla vita?

A me si. E devo dire che quella citazione nasconde una grande verità. Quello che mi bloccava era proprio la paura di perdere quello che credevo possedere in quel momento, certezze comprese.
Potrei fare tanti esempi di questo genere, esempi personali ma vorrei confrontarmi con voi.

Prima di chiudere il post però è necessaria anche un'altra domanda: vi è mai capitato di superare quella zona, di aver "rischiato", sperimentato ed aver scoperto un nuovo orizzonte?

Post molto riflessivo!
Ho sperimentato il "blocco" quando ho avuto l'opportunità di cambiare lavoro... mi spiego meglio: il lavoro era sempre lo stesso, cambiava l'azienda per la quale dovevo lavorare.
In quel momento non sono riuscita a prendere una decisione e mi sono resa conto che erano più i freni che mi guidavano (anzi che mi "non guidavano" visto che rimanevo ferma).
Ho effettivamente provato la paura di cambiare, di perdere quello che già avevo ed al quale ero ormai abituata.
La tentazione era forte perchè sapevo che ne sarei rimasta maggiormente gratificata ma la paura mi ha fatto rimanere al mio posto.
Oggi non saprei dire se la mia scelta è stata quella giusta.

Grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza.
Credo che nessuno possa dire se la tua scelta dell'epoca è stata giusta o sbagliata. Come in ogni altro contesto quello che conta è vedere la funzionalità della scelta. Quindi la domanda che nasce spontanea è: oggi ti senti realizzata nel lavoro che svolgi? E' quello che vuoi veramente?

Io, per esempio, mi sono trovata spesso a dover scegliere, e parlo dell'ambito lavorativo. Agli occhi degli altri erano indubbiamente scelte difficili, molto difficili.
Ad un certo punto, tutti mi hanno preso per pazza perchè stavo lasciando uno di quei posti sicuri che tutti vorrebbero.
Ho rischiato molto, questo lo so, ma sapevo benissimo quale lavoro avrei voluto fare. Ormai dentro di me la decisione era stata presa: volevo fare questo lavoro, e poco importava il riportare a casa uno stipendio fisso e sicuro.

Per diverso tempo ho guadagnato molto meno ma a parte l'aspetto economico, le gratificazioni erano ben diverse per il mio modo di essere.

Solidea sono io che devo ringraziarti. E lo dico con il cuore perchè anche se non ti conosco di persona mi sembra di ascoltare l'amica di sempre e la persona che sa darti gli stimoli giusti.
Scrivi post interessanti che lasciano capire la tua professionalità ma quello che mi colpisce, in positivo ovvio, è la tua passione nello scrivere e nell'ascoltarci (leggerci). Racconti anche di te, delle tue esperienze e questo ti fa sentire vicina ai noi.
Mi piace molto il tuo stile e la tua disponibilità. Non tutti sono così. Spesso trovi esperti che se la tirano e ti fanno cadere il loro sapere dall'alto.
Grazie!!!

Io non ho parole per quello che scrivi e per risponderti con tutto quello che ho dentro. Mi hai emozionato perchè quello che ogni giorno cerco di fare è svolgere il mio lavoro con passione, con tutta quella che ho.
E poi c'è anche un'altra cosa che posso "confessare": siete voi che alimentate la mia passione!
Grazie a te!