Pessimismo e Ottimismo: una metafora di De Bono
Riprendendo in mano il libro "Sei cappelli per pensare" di
Edward De Bono, ho riletto una
metafora secondo me interessante sul
meccanismo che sta alla base del
pessimismo e dell'
ottimismo.
De Bono scrive:
" La costruzione di una ferrovia è una complicata faccenda tecnica. Invece basta una putrella messa di traverso sulle rotaie per far deragliare un treno.
Piazzare lì la putrella non richiede una particolare abilità. E' sempre più facile distruggere che costruire. Lo stesso vale per il pessimismo."
In sostanza, quello che si cerca di distinguere è il processo o meccanismo che sta dietro all'essere pessimisti o ottimisti.
L'ottimismo, quello sano e non cieco, è volto alla costruzione, all'individuazione di punti di forza per trovare nuovi obiettivi nel futuro e stimoli alla realizzazione oltre che al superamento di momenti "no".
In questo senso l'
ottimismo richiede una particolare
abilità: essere consapevoli e poi
responsabili dei risultati che si ottengono.
Il
pessimismo risulta essere molto più
semplice: demolisce e basta.
E c'è di più: sembra che la maggior parte delle persone sia propensa al pessimismo proprio perchè esso non richiede responsabilità e quando si distrugge qualcosa (un'idea di un'altra persona, un concetto, un'opinione, una credenza, ecc) sembra ci si senta più forti.
De Bono stesso sostiene che: " Il pensiero pessimistico attrae perchè porta a risultati immediati ed esaurienti. Dimostrare che qualcuno ha torto procura una soddisfazione immediata. Invece l'idea costruttiva non produce risultati finché qualcuno non la accetta o non se ne dimostra la validità (ma per questo ci vuole tempo).
Attaccare un'idea ci dà subito un senso di superiorità. Accettare un'idea ci fa sentire in qualche modo inferiori a chi l'ha prodotta."
Cosa ne pensate voi?