Comunicare con i bambini: lo stato d'animo.
Apro questo topic al quale ne seguiranno sicuramente altri sullo spunto che ho avuto ieri guardando una trasmissione televisiva.
E' la seconda volta infatti che mi capita (questo è proprio il termine giusto perchè non programmo mai cosa vedere in tv) di vedere sul La7 "
SOS Tata".
L'avete mai visto? Sapete come è strutturato questo programma?
Ci sono 3 tate (sarò brevissima!
) che di volta in volta si mettono a disposizione di una famiglia che ha bisogno del loro aiuto. Svolgono la loro funzione singolamente e si piazzano in casa della famiglia che ne ha fatto richiesta per una settimana.
Una settimana durante la quale la tata suggerisce strategie per gestire casi "di conflitto" con i figli. Per "conflitto" si intende: disordine, stress, comportamenti sbagliati, confusione, ecc. Insomma tutto riferito alla gestione in generale dei figli.
In un primo momento ho pensato che fosse uno di quei programmi leggeri e frivoli... in realtà mi sono dovuta ricredere subito per due motivi: uno perchè ho trovato tanti punti in comune con la
comunicazione efficace (strumento primario nella gestione del rapporto con i propri figli, ed in generale con i bambini); secondo perchè i
suggerimenti sono assolutamente validi.
Ed arriviamo al tema del topic.
Quanto influisce lo stato d'animo del genitore, o dell'educatore, sul bambino?E' una domanda che pongo perchè ieri sera nella trasmissione Sos Tata una famiglia aveva bisogno di supporto nella gestione di 3 figli abbastanza scatenati e nervosi.
I genitori cercavano di calmarli usando un tono di voce forte, perfino con qualche scapaccione ed erano i primi a vivere uno stato d'animo di nervosismo, stress, stanchezza.
E' normale essere stanchi quando si accudisce i propri figli per 24 ore al giorno, o dopo una lunga giornata di lavoro ma sicuramente affrontare "il problema" con questo stato d'animo è poco funzionale. Anzi per niente!
Lo stato d'animo dei "grandi" è il primo punto dal quale bisogna partire.Vi è mai capitato di essere calmati da una persona nervosa? E che effetto ha prodotto?
La logica è molto semplice:
contagio emotivo.
Questo significa che se voglio "calmare" o far ragionare una persona che in un certo momento è agitata dovrò essere la prima a mettermi in uno stato d'animo produttivo, funzionale allo scopo che desidero raggiungere.
Se strillo o uso le mani non faccio altro che rafforzare la percezione del nervosismo, della violenza e dell'aggressività. Già il mio interlocutore è nervoso... a questo aggiungiamo il contagio emotivo che avviene con il mio stato d'animo ed è facile che la situazione degeneri anziché migliorare.
Mi viene in mente anche un altro esempio: quando il bambino, e parlo di neonati o poco più, non riesce ad addormentarsi, spesso noi genitori lo prendiamo in braccio o lo mettiamo nella sua culla, o anche nel passeggino, ed iniziamo ad agitarlo forte forte... forte forte...
Ad un certo punto crolla ma... dopo un bel po' di scrollate e dopo che le nostre braccia si sono spezzate.
Sicuramente abbiamo ottenuto il risultato ma altrettanto sicuramente abbiamo trasmesso "agitazione" al nostro bambino. E se anche noi ci agitiamo perchè non prende sonno la situazione diventa più complicata.
Certo, il bambino non è dentro la nostra testa ma cerchiamo di ricordare sempre che
i nostri stati d'animo passano attraverso i tre livelli della comunicazione (verbale, para verbale e non verbale) e attraverso la nostra
fisiologia compresa la modalità di respirare. E questo il bambino lo sente.
Cosa ne pensate voi? Avete riferimenti in merito a questo argomento?