Lettera di Kafka al padre

"A tavola non era permesso rosicchiare le ossa, ma tu lo facevi.
Non era permesso assaggiare l'aceto, ma tu potevi.
L'operazione più importante era tagliare il pane a fette regolari,
ma che tu la eseguissi con un coltello gocciolante di salsa
era indifferente.
Bisognava fare attenzione a non lasciar cadere sul pavimento
resti di cibo, e di solito erano sparsi soprattutto ai tuoi piedi.
A tavola si doveva pensare solo a mangiare,
ma tu ti pulivi e ti tagliavi le unghie, facevi la punta alle
matite, ti frugavi nelle orecchie con uno stuzzicadenti.
Papà, spero che tu mi capisca bene,
questi erano dettagli del tutto secondari,
ma per me divennero avvilenti solo in quanto tu,
l'uomo che ai miei occhi rappresentava la massima autorità,
non ti attenevi alle ingiunzioni che mi avevi imposto.
... ... ..."

Questa lettera scritta da Kafka nel 1919 al padre, mai consegnata e pubblicata solo molti anni dopo, l'ho presa per discutere e confontraci su un elemento molto importante della comunicazione: la congruenza.

Una comunicazione è congruente quando ciò che diciamo viene rispecchiato dal tono, dal ritmo di voce, dalle intonazioni, dal linguaggio del corpo e dai comportamenti.

Il padre di Franz chiaramente cercava di educare il figlio. In questo passaggio leggiamo le regole dello stare a tavola.
Ma il suo intento bastava? Franz Kafka ascoltava ciò che gli veniva detto?
Dalle sue parole, la risposta che ne possiamo dedurre è "no".
Franz piuttosto "vedeva" il comportamento del padre, un comportamento opposto a ciò che esprimeva con le parole.

Possiamo allora parlare di comunicazione incongruente o distorta che in maniera inevitabile produce conseguenze diverse dall'intento iniziale.