Questa riflessione nasce da un dialogo avuto con una mia cara amica che qualche giorno fa mi ha posto tante domande interessanti. Tra queste: perchè dovrei comunicare positivamente? E cosa significa?

La sua argomentazione è stata: io sono così. Degli altri me ne importa poco. Non voglio cambiare idea perchè sò di essere nel giusto. Gli altri se ne fregano di me. Perchè dovrei esprimermi in modo tale che gli altri capiscano i mie pensieri quando nemmeno ti ascoltano? E perchè io dovrei ascoltare i consigli degli altri?

Rispetto tantissimo le sue posizioni perchè credo che ognuno sia libero di essere come vuole.
Nessuno ci obbliga a comunicare con gli altri (anche se questo è impossibile) e nemmeno a comunicare positivamente.

Nelle frasi che ho riportato (rigide a mio avviso) ci sono tante convinzioni con le quali questa mia amica vive ogni giorno. E queste convinzioni, come ad esempio "gli altri non ti ascoltano mai", possono essere vere o false: tutto dipende da chi è il nostro interlocutore.

A mio avviso, generalizzazioni così forti e chiuse sono poco funzionali ma non agli altri bensì a noi stessi.
E' sempre vero che gli altri non ci ascoltano? Tutte le esperienze della nostra vita dimostrano questo?

Comunicare è, secondo me, una necessità. Ne abbiamo bisogno per sentirci vivi, per esprimere le nostre idee, per sentirci bene.
E possiamo scegliere anche il modo di farlo.

Possiamo ad esempio comunicare rispettando sempre le opinioni degli altri, le loro storie, la loro vita, le loro esperienze.
Rispettare significa semplicemente evitare il giudizio, capire che esistono persone diverse da noi.
Questo è a mio avviso "comunicare positivamente" che è molto diverso dalla comunicazione superficiale, quella cioè in cui ascolti una persona con un tuo giudizio già formato (e quindi non ascolti), le attribuisci un'etichetta e magari fai finta di capire ma diventa un motivo per parlarne male con altre persone.

Comunicare positivamente significa che oguno di noi ha un suo valore. Tu hai un valore... io ho un valore e quindi anche gli altri.

Cosa ne pensate voi?

Io sono sicuramente per la comunicazione positiva e per il rispetto degli altri che poi non significa necessariamente averli tutti come amici. Ognuno è libero di frequentare e comunicare con chi preferisce ma nessuno, secondo me, è libero di giudicare (almeno dovrebbe essere così).

Ciao Elvira!
Condivido assolutamente il tuo ragionamento.

Avere rispetto per gli altri significa in primo luogo evitare il giudizio. Se poi vogliamo applicare la comunicazione assertiva al 100% allora oltre che evitare le etichette possiamo provare ad ascoltare o comprendere.
Se poi il nostro interlocutore è tanto diverso da noi (cioè lo percepiamo come tale) allora siamo assolutamente liberi di non ascoltarlo più. Nessuno ci obbliga a comunicare con tutto o tutti... alla fine abbiamo anche il potere di decidere quali persone frequentare anche se ritengo che da tutti possiamo trarre insegnamenti importanti.

Sono d'accordo con i vostri pareri.....Comprendo quanto a volte possa essere difficile sentirsi davvero ascoltati dagli altri....e quanto possa sembrare non proprio facile essere compresi fino in fondo. E continuo dicendo che a volte il fatto stesso di pensare che sicuramente gli altri non ci capiscono e comprendono è una buona occasione per fare in modo che non ci si senta mai realmente capiti. Come giustamente diceva Solidea è come se si venissero a creare dei muri, delle convinzioni già precostituite, delle barriere alla comunicazione stessa.

Comunicare positivamente anche per me vuol dire prima di tutto rispettare l'Altro (rispettando anche se stessi prima di tutto) come dire predisponendosi in maniera "aperta" nei confronti di quello che ci viene detto sia verbalmente che non verbalmente, accettare le diversità che inevitabilmente ci sono tra ogni essere umano perchè ciascuno di noi è portatore di un mondo, di esperienze proprie, di convinzioni radicate e pretendere che l'altro si adatti a noi vuol dire non comprendere la sua diversità e di conseguenza la nostra.

Con questo non voglio assolutamente dire che dobbiamo andare d'accordo con tutti e frequentare chiunque anche chi non ci piace...essere liberi, a mio avviso, vuol dire anche avere la capacità e la possibilità di scegliere con chi aprirsi o sentirsi ascoltati, senza però pensare che sia sempre colpa dell'altro se questo non dovesse avvenire.

Ti ringrazio Eloisa per il tuo prezioso contributo che condivido in pieno.

Questa riflessione mi è nata non solo per l'episodio che ho citato ma anche per alcuni dialoghi che ho avuto modo di ascoltare dove si diceva che la comunicazione positiva poteva essere una sorta di "sentirsi bene a tutti i costi... essere felici per forza... tutto il mondo è bello... tutti ci amiamo... dobbiamo essere felici con tutti... ecc. ecc."

A mio avviso la comunicazione positiva è ben diversa dall'ottismismo a tutti i costi.
Ognuno di noi ha momenti "no" o momenti di debolezza mentale o confusione. Trovo che questi stati d'animo sia normali e a volte anche necessari quando sappiamo gestirli nel modo giusto e renderli produttivi a nostro favore.

Nel mondo ci cose che vanno ed altre che non vanno. Questo è fatto.
Comunicare positivamente, secondo me, non vuol dire nascondere per forza i lati negativi e far finta che il mondo sia tutto bello...

Comunicare positivamente, a mio avviso, equivale ad avere piena consapevolezza di ciò che ci circonda e degli altri, sapendo che ogni giorno possiamo scoprire cose nuove e sapendo che le persone sono diverse da noi.
Da questo presupposto possiamo scegliere di fare qualcosa per gli altri e prima di tutto per noi stessi, per migliorarci e confrontarci.

Tra il pessimismo costruito e l'ottimismo forzato ci deve essere una via di mezzo, no?

Io devo ammettere che i primi tempi che sentivo parlare di pensiero positivo e quindi di comunicazione positiva avevo associato questo concetto all'ottimismo estremo.
Volevo conoscere le tecniche per sentirsi sempre al top e quindi leggevo, leggevo...
Però mi rendevo conto mi leggere concetti lontani da me. E mi spiego meglio:
quello che leggevo mi diceva che si può instaurare un rapporto positivo con gli altri, che ci sono tecniche per vedere il mondo con altri occhi, che tutto si può fare, ecc.
Credo conoscete un po' tutti questi concetti...

Il fatto era questo: per primo non mi rendevo conto o forse non volevo renderme conto che tutto dipendeva da me.
E questo credo sia il passaggio chiave per interpretare la comunicazione ed il pensiero positivo.

Ad un certo punto ho aperto gli occhi e mi son detto " ma cavolo! nessuno mi dice che la vita è bella! Nessuno vuole farmi credere che gli altri sono positivi!...
Tutto dipende da me e da come voglio leggere gli eventi."

Posso star male perchè la mia ragazza mi ha lasciato e posso stare a piangere per tutta la vita e quindi dire che la vita è brutta, che l'amore non esiste.
Oppure posso star male come è normale che sia e trovare una soluzione per stare invece bene.
E questo non significa che tutto è bello. Significa invece che ci sono episodi che possono farci male (brutti per la nostra esperienza) ma dai quali possiamo trarre insegnamento.

Oh Yeah!

Non credo assolutamente nell'ottimismo forzato....anzi, non so se sbaglio, ma a volte ho avuto la sensazione di percepire una sorta di falsità in chi sembrava non avere mai un problema o una nuvola che per un momento annebbiasse i propri pensieri. Anzi credo che si possano comunicare i propri momenti no (se lo si vuole naturalmente) e ad esempio se qualcuno ci chiede di essere ascoltato mentre noi abbiamo la mente un pò offuscata da altri pensieri sarebbe positivo avere il coraggio di ammettere a se stessi di non essere in grado di farlo e magari subito dopo comunicarlo al nostro interlocutore in modo che l'altro possa sapere ed essere a conoscenza di un nostro stato d'animo che in quel momento sarebbe di impedimento nella nostra comunicazione.

Consapevolezza e Responsabilità (nei confronti di noi stessi e degli altri), a mio avviso, potrebbero essere altri ingredienti del Comunicare PositivaMente

E non ci credo neanche io!
Anche io ci leggo una nota di falsità in chi dice di essere super felice, super appagato, super ricco... in genere però queste persone, e questa è la mia esperienza, sono quelle che vogliono coinvolgerti in qualcosa o venderti qualcosa. Che sia una sorta di ruolo da recitare in base alla propria intenzione?

Quoto le osservazioni sia di Eloisa che di Gregorio.

Anche secondo me c'è una sorta di falsità in chi dice che tutto va benissimo e che si sente sempre in forma.

Ed anche io, come Gregorio, ho notato questo atteggiamento soprattutto in chi cerca di venderti qualcosa per forza. Ovviamente non è mia intenzione generalizzare e quello che dico fa parte della mia piccola esperienza.

Di recente mi è capitata una situazione così con una donna che vendeva prodotti alimentari dietetici (tipo sostituti di pasti, ecc). Diceva che da quando ha mangiato quei prodotti stava benissimo: nessun dolore o semplice mal di testa. Che tutta la sua vita si era trasformata, ecc.

Ora, io per esempio sono vegetariana, e dicono che questo tipo di alimentazione sia piuttosto benefico. Però i miei mal di testa li ho, lo stress fisico di quando lavoro troppo lo sento.

A parte questa mia divagazione e ritornando al discorso di Eloisa, anche io credo che manifestare le proprie debolezze (quando e con chi si ritiene più giusto) sia invece un segno di grande forza interiore.
... magari questo può essere un valido spunto per un topic ad hoc.

Secondo me manifestare le proprie debolezze è segno di forza non tanto verso gli altri ma piuttosto verso se stessi. E' sinonimo di crescita e miglioramento.