Piacere di conoscerti!

Prova a pensare ad una situazione, recente o passata, in cui hai conosciuto una nuova persona.

Sappiamo che la prima impressione è quella che determina la “valutazione” personale sul nostro interlocutore.

Quando hai conosciuto questa nuova persona, cosa hai guardato prima di tutto?

Cosa ti ha colpito?

A quale test l’hai sottoposta?

E poi su quali basi hai deciso di rifrequentarla o non frequentarla più? Bocciarla o promuoverla?

Solidea

9 Responses so far.

  1. Beppe scrive:
    La prima impressione è come un’istantanea che scatti e solitamente non ti soffermi nei particolari ma percepisci visivamente ed a livello emotivo quello che ti trasmettete l’altro!
    Dipende sempre dal contesto e dal tipo di relazione che si va ad instaurare.
    Però è importante, perchè difficilmente ci asteniamo dal giudizio e l’idea che matura, rimane.

    Generalmente mi soffermo sulla sua apertura e capacità di comunicare, guardo poco l’estetica.

    Beppe

  2. Solidea Vitali scrive:
    @Beppe:
    grazie Beppe per il tuo commento!
    In effetti, spesso si tende a conservare la prima impressione. Anzi, quasi involontariamente, il nostro cervello va sempre alla ricerca di dettagli del nostro interlocutore che possano confermare la prima idea che ci siamo fatti di lui.
    Come scrivi te, è difficile cambiare opinione o perlomeno metterla in discussione.
    A fatica si riesce a dare una seconda possibilità all’interlocutore se la nostra prima impressione era negativa.

    Personalmente osservo sempre, come te, il modo di comunicare della persona. Osservo la sua gestualità e cerco di interpretare tutti i suoi messaggi del corpo (gli occhi come prima cosa!).
    Solidea

  3. Claudio scrive:
    Purtroppo, dopo tanti anni, è ciò che provo “a pelle” cioè le sensazioni che mi trasmette chi ho davanti. Raramente ho dovuto ricredermi; per contro è anche successo che una sensazione negativa si sia poi tramutata in una bella amicizia.
  4. Solidea Vitali scrive:
    @Claudio:
    Grazie per il tuo intervento!
    La prima impressione credo si formi proprio su ciò che proviamo “a pelle”. Ci sono sensazioni che ci arrivano sotto forma di messaggi, spesso involontari e riferiti alla gestualità più che alle parole, dal nostro interlocutore.
    Non è detto che la nostra prima impressione sia quella giusta… e quando è così dobbiamo essere flessibili mentalmente e pronti a cambiar idea.
    Buona giornata Claudio!
    Solidea
  5. enorbalac scrive:
    Ho provato a compiere l’esperimento su di te. Ho guardato la tua foto per qualche secondo, poi l’ho abbinata a le varie cose che hai scritto, Ho provato ad immaginare pure il suono che potrebbe assumere. La mia prima impressione è stata quella di una donna dalla personalità contrastante. Il primo contrasto che da all’occhio è l’abbigliamento, cioè l’accostamento tra la giacca, indice di rigore e di professionalità e i jeans indice di libertà e di leggerezza. La seconda cosa che mi colpisce è il contrasto tra quest’aria di svagatezza e la particolare attenzione con cui osservi le persone “Personalmente osservo sempre, come te, il modo di comunicare della persona. Osservo la sua gestualità e cerco di interpretare tutti i suoi messaggi del corpo (gli occhi come prima cosa!).” Probabilmente se dovessi conoscerti di persona me ne starei sulla difensiva, cercherei le vie di fuga per sfuggire ai tuoi sguardi indagatori, farei di tutto per falsare i test ai quali mi sottoporresti e cercherei di scoprire i tuoi punti deboli per poter cominciare un rapporto alla pari dove non esiste chi valuta e chi boccia ma due persone che interloquiscono mettendo a confronto le proprie curiosità. Infine c’è una cosa del tuo aspetto fisico che mi ha colpito e sono i tuoi occhi, la cui espressione non cambia neanche senza trucco, neanche in un momento di stanchezza. Sono occhi orgogliosi che assorbono le energie del mondo per farne una luce propria, piena di curiosità e di amore per la vita. Penso proprio che deciderei di rifrequentarti per conoscerti meglio!
  6. Solidea Vitali scrive:
    @Enorbalac:
    Ti ringrazio per aver partecipato a queto confronto e soprattutto per aver fatto un “esperimento” su di me.
    Condivido le tue osservazioni sul mio abbigliamento “del momento” e mi rendo anche conto che possa portare ad un contrasto sulla mia immagine. Mi riferisco al quel contrasto che vedi tra la svagatezza ed il mio “osservare” le persone.
    Però c’è un dato di fatto: non sottopongo le persone a dei test da me costruiti o guidati ed il mio modo di osservare ed ascoltare i miei interlocutori è tutt’altro che indagatorio o posto in un piano di mia superirorità.
    Mi piace ascoltare gli altri e stabilire un contatto che sia di scambio reciproco soprattutto quando ci sono differenze di vedute, di idee, di modi anche di porsi.
    Ascolto gli altri in modo naturale e senza finalità di costruirmi un pregiudizio.
    Ti ringrazio anche per le osservazioni sui miei occhi… credo che questi possano dire molto di più di un abbigliamento… anche perchè (e qui ti svelo un segreto!) spesso vesto come in foto, spesso in jeans e camicia bianca, spesso monocolore… comunque sempre minimal, niente occhiali da sole.
    Buon fine settimana! 🙂
    Solidea
  7. enorbalac scrive:
    Non intendevo che lo fai in maniera costruita, ma che ci sia in te una sorta di deformazione professionale. Potrei anche sbagliarmi, è solo un’impressione la mia, ma mi pare che, anche fuori dall’ambito lavorativo, osservi le persone in maniera “professionale” cercando di cogliere il loro modo di comunicare, di esprimersi. E’ un pò come parlare con una psicanalista, anche se non sei sul lettino hai sempre l’impressione che voglia capire il significato che sta al di là delle tue parole, del tuo modo di pensare, anche quando dietro quelle parole non c’è nulla, c’è solo spontaneità!
    • Solidea Vitali scrive:
      @Enorbalac:
      Grazie per il chiarimento. In effetti, sono la rpima a riconoscere una mia deformazione professionale. Ambito lavorativo e vita sociale si intrecciano quasi sempre in me. Forse è perchè la comunicazione (mio lavoro) è uno strumento che si usa quotidianamente e pervade la vita di tutti in ogni momento. In questo senso credo che la tua osservazione sia giusta!Solidea
  8. John scrive:
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